L’epicondilite è una condizione dolorosa del gomito che colpisce soprattutto la popolazione con un’età compresa dai 35 ai 50 anni con particolare prevalenza nel sesso femminile. Spesso questa patologia si presenta con un’insorgenza molto lenta e graduale, tanto da far sottovalutare la condizione al paziente fino a quando si ritrova ad avere difficoltà a tenere la sua ventiquattrore, a girare la chiave per aprire la porta di casa o a tenere in braccio il proprio bambino. Spinti dall’importante incidenza di questa patologia, abbiamo scelto di scrivere un articolo con parole semplici, in modo da informare i nostri pazienti su come intervenire in tempo ed evitare che l’epicondilite possa degenerare in un’antipatica condizione cronica molto delicata da risolvere. Parleremo dei meccanismi che sono alla base dell’epicondilite, delle strutture muscolari e tendinee interessate e di come è possibile prevenirla, curarla ed evitare l’insorgenza di recidive.
Un po’ di anatomia: Il gomito
L’epicondilite è una delle principali patologie del gomito, viene da se che è difficile spiegare i meccanismi relativi a questa affezione senza avere un quadro generale di come sia fatta questa articolazione.
L’articolazione del gomito è costituita da tre ossa:
- Parte distale dell’omero (osso del braccio): ha una forma triangolare e piatta, per questo è chiamata “paletta omerale”. Nella porzione deputata all’articolarità con radio e ulna si riconoscono due parti: la troclea e il capitello.
- Parte prossimale dell’ulna (osso mediale dell’avambraccio, cioè dalla parte del mignolo): costituita da una concavità a forma uncinata, che è formata da una sporgenza ossea chiamata olecrano.
- Parte prossimale del radio (osso laterale dell’avambraccio, cioè dalla parte del pollice): ha una forma cilindrica, e si individuano due parti: il capitello radiale, e il collo radiale.
Il gomito è l’articolazione che mette in comunicazione il braccio con l’avambraccio e facilita i movimenti della mano, regolando la lunghezza dell’arto superiore.
Ci tengo a sottolineare, che il braccio è la porzione dell’arto superiore compresa tra la spalla e il gomito e l’avambraccio è la porzione dell’arto superiore compresa tra il gomito e il polso. Il gomito è un ginglimo o articolazione a cerniera perché ha due piani di movimento. Consente infatti di effettuare i movimenti di:
- Flessione (quando l’avambraccio si avvicina al braccio) Estensione (quando l’avambraccio si allontana dal braccio)
- Supinazione (quando con il gomito posizionato a 90° gradi di flessione si fa ruotare la mano verso l’alto)
- Pronazione (quando con il gomito posizionato a 90° gradi di flessione si fa ruotare la mano verso il basso)
I seguenti movimenti sono possibili grazie all’interazione delle tre ossa in tre articolazioni “funzionali” racchiuse nella stessa capsula articolare:
- Articolazione omero-ulnare: come suggerisce il nome, è l’articolazione tra omero e ulna e in particolare tra la troclea omerale e l’incisura omerale dell’ulna. In medicina è classificata come “ginglimo angolare”, permette di effettuare i movimenti di flessione ed estensione;
- Articolazione omero-radiale: la parte prossimale del radio, chiamata “testa”, si articola con il capitello dell’omero. Appartiene al gruppo delle condiloartrosi, e consente il movimento di flessione ed estensione;
- Articolazione Radio-ulnare prossimale: la testa del radio si articola con l’incisura radiale dell’ulna, in medicina è classificata come un “ginglimo angolare”. Permette le rotazioni del gomito, che sono chiamate: supinazione (rotazione esterna) e pronazione (rotazione interna).
EPICONDILITE: Cos è?
L’epicondilite è una condizione algica del gomito provocata da un’infiammazione dei tendini, che si inseriscono nell’epicondilo (sporgenza ossea nella parte distale laterale dell’omero).
Il tendine più frequentemente vittima di questa infiammazione è l’estensore radiale breve del carpo.
Dolore da epicondilite o da cervicale? L’importanza di una corretta diagnosi
Esistono delle condizioni dolorose che sono espressione di un mal funzionamento in un’altra parte del corpo. Può succedere che il dolore al gomito venga diagnosticato come epicondilite ma in realtà è un dolore irradiato del tratto cervicale. Come si può effettuare una diagnosi differenziale di questo tipo? Un buon professionista lo sa, ma se soffri di dolore al gomito puoi iniziare a controllarlo (approssimativamente!) anche tu, basta che segui i seguenti passaggi:
- Metti il gomito nella posizione in cui ti provoca dolore;
- Assicurati che tutto l’arto superiore sia fermo;
- Effettua movimenti del collo: guarda verso il basso (flessione), guarda verso l’alto (estensione), guarda a destra e a sinistra (rotazione), inclina l’orecchio destro verso la spalla destra, e fai lo stesso per l’orecchio opposto.
- Se in qualcuno dei movimenti cervicali che hai appena effettuato hai avvertito un cambiamento della sintomatologia del gomito, è molto probabile che ci sia un coinvolgimento del tratto cervicale. La conferma ovviamente ce l’avrai solo dopo la visita di un clinico.
Come è possibile che la cervicale possa causare dolore al gomito?
Poiché dal tratto cervicale fuoriescono le radici nervose che innervano tutto l’arto superiore, una disfunzione di movimento delle vertebre cervicali può provocare un mal scorrimento delle radici nervose che a loro volta proiettano dolore nel braccio, avambraccio, polso o mano. Succede lo stesso meccanismo anche per il tratto lombare con l’arto inferiore.
Cosa causa l’epicondilite?
- L’eziologia di questa condizione è multifattoriale e ancora non molto ben chiara. Oltre alla forma idiopatica si riconoscono diversi fattori di rischio:
L’età superiore ai 30 anni; - Il sesso femminile;
- L’eccessivo sforzo dei muscoli epicondiloidei;
- Proprio per quest’ultimo motivo tale patologia di manifesta con alta frequenza in tutte quelle attività che richiedono uno sforzo continuo dei muscoli dell’avambraccio. Per l’elevata frequenza con cui si presenta negli sport che prevedono l’utilizzo della racchetta, l’epicondilite è chiamata anche “gomito del tennista”.
I sintomi dell’epicondilite
Nella maggior parte dei casi i sintomi insorgono in maniera lenta e graduale, sono rappresentati da:
- dolore;
- deficit funzionale: in particolare si ha difficoltà ad estendere il polso e a ruotare internamente la mano e l’avambraccio.
Curare l’epicondilite con la fisioterapia
Prima di tutto l’importante è inquadrare con certezza la patologia! Dico questo perché spesso e volentieri un dolore nella zona dell’epicondilo proviene da un’altra struttura ( cervicale o spalla). Qui la differenza la fa il fisioterapista attraverso un’attenta valutazione differenziale per escludere altre strutture.
A questo punto possiamo pianificare un percorso riabilitativo che può comprendere Terapia manuale, Terapia strumentale, rinforzo muscolare inquadrando sempre ogni singola persona nel suo contesto sociale per avere un risultato ottimale, non esitare a contattarci e prenotare una valutazione gratuita con il fisioterapista specializzato di questa patologia.